Juan Martin del Potro si racconta a cuore aperto durante il torneo ATP di Rio de Janeiro. L’argentino, che ha disputato il suo match d’addio contro Novak Djokovic lo scorso dicembre, sta cercando di abituarsi alla sua nuova vita lontano dai campi, in un processo di accettazione non sempre facile.
“Dopo l’addio con Djokovic ho sentito che non ero più un giocatore professionista, che era iniziato un nuovo capitolo”, ha confessato del Potro. “Prima di quel giorno, avevo sempre avuto una minima speranza di tornare. Il tennis era la mia vita. In questo momento sto cercando di capire che sono un ex tennista.”
Il problema al ginocchio continua però a tormentarlo, nonostante i numerosi trattamenti sperimentati negli ultimi anni: “Cosa mi serve per essere completamente felice? Guarire completamente il ginocchio. Ancora oggi sento dolore ogni giorno”, ha rivelato l’argentino, che affronta questa battaglia lontano dai riflettori.
Rio evoca ricordi speciali per la “Torre di Tandil”: “Rio è un posto molto speciale per me. Ho giocato qui le Olimpiadi nel 2016, sono molto felice di essere qui. Quella settimana è stata una delle più felici della mia carriera. Il primo turno contro Djokovic, le semifinali contro Rafa… la medaglia. Abbiamo superato la rivalità Argentina-Brasile. Quella rivalità calcistica non c’è mai stata con me. La gente in Brasile mi vuole molto bene, come noi argentini facciamo con Joao Fonseca.”
Proprio parlando del nuovo fenomeno brasiliano, del Potro ha mostrato grande entusiasmo: “È spettacolare. Ha un gioco molto potente, con grande potenziale. La velocità, la sua evoluzione, il modo in cui sta migliorando… ha bisogno di supporto emotivo. In Brasile, come in Argentina, la gente è molto veloce a definirti il migliore, ma è altrettanto veloce a dire che sei il peggiore. È molto duro.”
Sul futuro del tennis sudamericano, l’argentino ha aggiunto: “Se c’è una stella sudamericana, forse l’ATP ci tratterà in modo diverso. Abbiamo tifosi ineguagliabili. Argentina, Brasile, Cile… abbiamo passione e tradizione.”
Sul suo futuro da coach, l’argentino temporeggia: “Molti giocatori mi chiamano per chiedermi consigli sul servizio o sul dritto. Pensavo fosse più facile aiutare gli altri di quanto lo sia realmente. Non credo di essere ancora pronto per fare l’allenatore perché non voglio viaggiare ogni settimana.”
“La mia vita è molto diversa ora. Ho tempo per me, per le mie cose. Sto facendo alcune attività a Tandil, mi incontro con i giocatori, faccio attività con gli sponsor durante i tornei, poco a poco torno a fare cose legate al tennis”, ha concluso del Potro, che sta cercando di trovare un nuovo equilibrio nella sua vita post-tennis, sempre condizionata da quel ginocchio che non gli dà tregua ma non gli impedisce di guardare al futuro con ottimismo.
Una nuova fase della vita per uno dei campioni più amati del tennis, che ha lasciato un segno non solo per i suoi successi in campo, ma anche per la sua umanità che continuano a farlo amare dal pubblico di tutto il mondo.
Francesco Paolo Villarico