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McLaren Elva, la ultraleggera che viene dal 1965

Se si vuole conoscere l’animo di McLaren Elva bisogna fare un passo indietro e tornare agli anni Sessanta, gli anni delle corse in cui Bruce McLaren – nella serie Can-Am – lanciava i progetti M1B e successivi. Barchette leggerissime, 550 kg, il cui successo fu tale con il lancio della M1B da portare l’allora pilota-costruttore a collaborare con la Elva Cars per la produzione dei 25 esemplari commissionati da squadre private.

ULTIMATE SERIES

Un ritorno, così, per McLaren Elva, nome sul quale il marchio di Woking ha acquisito i diritti per l’utilizzo sul progetto più leggero in assoluto della propria gamma. Si posiziona nella fascia Ultimate Series, della sportività estrema ed esclusivissima. Solo 399 esemplari destinati ai clienti, con un prezzo che, sul mercato italiano, sarà di 1 milione e 737 mila euro, iva inclusa ma con tutto il mondo della personalizzazione su misura che può riscrivere radicalmente la cifra sull’assegno da staccare.

C’è voglia di stile vintage, senza tempo, tra le hypercar. Dove Ferrari ha sviluppato i progetti SP1 e SP2 Monza, un concetto simile e seguito dalla rivale per eccellenza.

PRESTAZIONI DA SENNA

Pur dichiarando un peso complessivo mai così basso, non è stato ancora ufficializzato il dato da parte di McLaren. Sono note, invece, le caratteristiche del propulsore, il V8 biturbo 4 litri, unità da McLaren Senna per intenderci. Sviluppa 815 cavalli e 800 Nm, ed è accoppiato a un cambio 7 marce. Le prestazioni? Il riferimento assoluto della Senna è migliorato nello scatto da 0 a 200 orari, esercizio nel quale McLaren Elva eccelle con un 6”7 dichiarato, mentre bastano meno di 2 secondi per passare da 0 a 100 orari.

FIBRA DI CARBONIO

Telaio e carrozzeria interamente in fibra di carbonio, addio a qualsiasi superficie vetrata, sia il parabrezza, il lunotto o i finestrini. Il casco diventa un accessorio consigliato, sebbene non obbligatorio. Come si potrà guidare alle velocità più sostenute senza essere schiacciati dalla pressione dell’aria? “Semplice”, grazie al dispositivo Active Air Management System.

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Qui il confronto con Ferrari SP1 Monza torna necessario. La Rossa ha sviluppato un sistema simile, grazie al quale l’aria convogliata sull’avantreno viene canalizzata ed espulsa davanti alla cellula abitacolo e, dall’interazione  con un elemento in stile cupolino, direzionata verso l’alto per creare una bolla di bassa pressione sull’abitacolo e, quindi, i passeggeri.

ACTIVE AIR MANAGEMENT

Il dispositivo brevettato da McLaren per filosofia è simile, ovvero, punta a ricreare la medesima bolla nel cockpit. Vi riesce attraverso l’apertura ricavata sul cofano anteriore, dotata di un labbro in fibra di carbonio, mobile, con un’estensione verticale di 15 centimetri.

Opera automaticamente alle andature più elevate, salvo potersi attivare anche manualmente. Ha il compito di direzionare i flussi d’aria incanalati dalla presa al di sopra dello splitter verso l’alto, compito asservito insieme ai profili trasversali e le lamelle verticali. L’aria canalizzata viene spostata verso l’alto e verso l’esterno dell’abitacolo, creando la schermatura grazie alla quale non è indispensabile utilizzare il casco nella guida su strada.

STRATEGIE DI GESTIONE TERMICA

La raffinatezza aerodinamica del sistema attivo prevede che, alle andature ridotte, il cassetto anteriore resti chiuso, il sistema AAMS non operativo e i flussi d’aria direzionati sui radiatori di bassa temperatura, davanti alle ruote anteriori. Raffreddano il V8 4 litri biturbo, una delle strategie di gestione termica.

Altre due operano con temperature d’esercizio più elevate e i radiatori dedicati – posti davanti alle ruote posteriori –: le prese a vista sui passaruota sono supportate da canalizzazioni che corrono all’interno delle portiere, alimentate dei flussi direzionati dall’AAMS.

TECNICO E MINIMAL

Non manca un’ala posteriore attiva, nell’estensione e nell’incidenza, operativa anche nel ruolo di aerofreno, a supporto dell’impianto frenante carboceramico di tipo sinterizzato, ovvero, in grado di generare un migliore smaltimento del calore, tale da consentire un dimensionamento ridotto dei dischi anteriori (390 mm), a vantaggio della riduzione delle masse non sospese, come anche le esigenze di raffreddamento.

Giù il peso anche con la linea di scarico in Inconel e titanio, terminali realizzati con processo di stampa 3D. L’abitacolo è tecnico e minimal, strutture a vista, carbonio con finiture differenti, un infotainment da 8 pollici affiancato alla strumentazione, ai lati della quale spiccano i selettori per regolare le caratteristiche della dinamica di marcia, appena dietro le palette del cambio.

Assetto dotato di sospensioni interconnesse nella regolazione della rigidità, con schema classico molla-ammortizzatore.

Tra gli accessori disponibili senza sovrapprezzo, le cinture a 6 punti sui sedili di serie in fibra di carbonio, l’impianto stereo, i cerchi 5 razze forgiati, la gommatura Pirelli P Zero Corsa e un dispositivo di sollevamento dell’auto. A richiesta (e a pagamento), i badge realizzati in oro bianco o platino 18 carati e la schermatura anti-calore del vano motore in oro 24 carati.


Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/motori


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