Ormai sembra piuttosto chiaro: i giocatori preferiscono di gran lunga i tornei che si disputano in una sola settimana, Slam esclusi. I “grandi accusati” sono quindi i Masters 1000 “allungati”, eventi che invece l’ATP considera come Premium e che sta spingendo fortemente, tanto che solo Monte Carlo e Parigi indoor (ex Bercy) sono rimasti sulla canonica durata di una settimana. Eppure praticamente tutti i giocatori, Alcaraz, Zverev e compagnia, in ogni press conference sottolineano come il recente torneo di Monte Carlo sia stato… il migliore, con una settimana intensa, ogni giorno ottime partite e una durata che permette di organizzare meglio riposo e allenamenti. Infatti il grande nocciolo della questione, da un punto di vista tecnico e fisico è questo: è vero che nei Masters 1000 di 12 giorni c’è un giorno di riposo tra una partita e l’altra, ma siamo pur sempre in un contesto di torneo e il “riposo” non è altro che una preparazione per la partita successiva. Il vero riposo, e allenamento, lo si svolge senza lo stress e la programmazione del torneo, in settimane off che, per colpa di M1000 lunghi, sono sempre di meno. Di quest’avviso è anche Andy Murray, ex campione oggi nell’angolo di Novak Djokovic. Parlando a Tennis Majors, lo scozzese ha condiviso il suo pensiero sui mille allungati, considerandoli peggiori rispetto ai classici tornei settimanali.
“I tornei della durata di una settimana erano davvero belli” afferma Murray parlando dei Masters 1000 col vecchio formato, o come ancora sono a Monte Carlo e Parigi indoor. “C’erano partite di alta qualità ogni giorno, sapevi esattamente chi avrebbe giocato e quando, e sì, era impegnativo e duro, ma… Hanno anche cambiato alcune regole. Ad esempio: Alcaraz ha vinto domenica a Monte Carlo e prima si poteva giocare il debutto della settimana successiva mercoledì, ma ora è martedì, quindi in quella situazione si riposa meno. Quindi preferivo la situazione com’era prima perché ti permetteva di giocare più partite in un periodo di tempo più breve, ma avevi poi più tempo per riposare e recuperare, mentre ora il riposo e il recupero avvengono durante i tornei. Questo non è un riposo normale, né fisico né mentale. Non è la stessa cosa perché vai in campo, ti alleni e sei circondato da un sacco di gente. So che è bello essere qui a giocare… ma è un ambiente stressante quando ci sono un sacco di persone e telecamere che guardano i tuoi allenamenti invece di avere un ambiente tranquillo in cui lavorare e allenarsi in pace. È un po’ diverso”.
Come difendersi per lavorare bene? La scelta diventa necessaria ma non è facile, incluso il tema del bonus che si ottiene giocando tutti i tornei obbligatori…. “Non ho mai preso decisioni in base al bonus del montepremi, ma piuttosto in base al fatto che avrei ottenuto punti e se ciò avrebbe influito sulla mia classifica. Forse avrei potuto prenderlo in considerazione, ma poi, crescendo e riflettendoci, e come ho detto ad alcuni allenatori che lavorano con i giocatori più giovani: non dovete giocare quei tornei. Tutti dicono che il calendario è molto lungo, e lo è. È sicuramente una stagione lunga. E ora, con gli eventi di due settimane, è piuttosto impegnativo”.
“Hai sempre la possibilità di non giocare. Certo, potresti ottenere zero punti, perdere qualche posizione in classifica o non far parte di un bonus pool, ma è una decisione che può essere alla lunga positiva. O dici “Non voglio giocare” oppure “Scelgo di giocare perché è meglio per me finanziariamente”. I giocatori hanno la possibilità di non giocare, se non vogliono. Non è che succeda qualcosa di veramente brutto, non è che verrai sospeso o non potrai giocare nei tornei futuri. Sono solo zero punti in classifica. Non è un grosso problema rispetto al non potersi riposare o allenare bene” commenta lo scozzese.
“I giocatori spesso si lamentano e dicono: “Oh, la stagione è così lunga, quindi quando gioco in Canada e a Cincinnati, arrivo agli US Open e sono già stanco”. Bene, allora, se pensi che sarebbe un vantaggio non giocare a Cincinnati o in Canada, scegli uno dei tornei a cui non vuoi partecipare e poi vai agli US Open con un vantaggio rispetto al resto degli avversari. Se è davvero questo che ritieni sia la cosa migliore, agisci di conseguenza”.
Per Murray allungare i tornei è una scelta puramente economica, non tecnica: “A tutti i tornei vengono aggiunte giornate ed è il modo meno creativo per fargli guadagnare più soldi, non lo so, sinceramente… Ma anche se non facessero guadagnare soldi, penso che troverebbero un altro modo…” conclude Andy.
Un parere pungente ma assai calzante, detto ad un ex campione che ha smesso da poco e continua a vivere il tour a fianco di Djokovic. Eppure la governance del tennis sembra andare in direzione opposta, con Masters 1000 lunghi e tornei Premium che, secondo le indiscrezioni, saranno ancor più protetti con meno tornei 250 intorno. Il calendario stagionale, tra pochi anni, potrebbe essere molto diverso da quello attuale. Ma, i tennisti, ne saranno davvero felici?
Marco Mazzoni