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Djokovic: “In partita provo un milione di emozioni, a volte il mio comportamento mi imbarazza”

Novak Djokovic confessa l’infinito amore per il tennis e la voglia di continuare la propria carriera nonostante l’età che avanza perché le tante emozioni che prova nel corso delle partite sono un’energia ineguagliabile e restano la strada per migliorarsi come persona. Tuttavia è consapevole che a volte tutto questo lo porta ad esagerare nelle sue reazioni in campo, provando un certo imbarazzo per alcuni suoi comportamenti. Il campionissimo ne ha parlato in una lunga intervista rilasciata al magazine montenegrino Vijesti, che si apre proprio con il suo rapporto col paese balcanico, quello dei suoi nonni.

“Ho trascorso molto tempo in Montenegro negli ultimi quattro anni, soprattutto in estate o in primavera, quando sulla costa fa più caldo perché ho la possibilità di unire in qualche modo le vacanze e iniziare i preparativi per i tornei” racconta Djokovic. “Il tennis è uno sport che si gioca quasi tutto all’aperto, “inseguendo il sole”, come piace dire a noi tennisti, e quindi ho bisogno di queste condizioni. Sulla costa montenegrina mi trovo bene, sarò felice di ritornare quest’anno in quel periodo”.

Il legame col Montenegro viene da lontano: “Le mie radici sono di qui, mio ​​nonno, il mio bisnonno, da Čevo sono scesi a Jasenovo Polje, Nikšić, e poi sono andati a Kosovska Mitrovica, e alla fine a Belgrado. Sono molto orgoglioso delle mie radici, cerco di mantenere i contatti con la famiglia allargata, ero anche ad un incontro a Jasenovo Polje qualche anno fa. Poi a un matrimonio a Sveti Stefan nel 2014: questi sono i ricordi più belli per me, non solo del Montenegro ma in generale della mia vita. Abbiamo chiamato i nostri due figli pensando anche al Montenegro: Stefan come Santo Stefano, Tara come il fiume Tara. Ci sono molte belle connessioni. Ho trascorso qui parte della mia infanzia, soprattutto perché abbiamo legami familiari ma anche perché il mare montenegrino è quello più vicino e più bello per tutti noi che veniamo dalla Serbia. Non sono venuto in Montenegro per un lungo periodo della mia carriera, quindi ho iniziato a tornarci di nuovo nel 2019 e ora non mi perdo nemmeno un’estate”.

Novak afferma di aver recuperato dall’infortunio muscolare sofferto agli Australian Open: “Ho recuperato quasi al 100% dall’infortunio e sono pronto per nuove vittorie. Ho il via libera dall’équipe medica, posso allenarmi bene in visto del torneo di Doha. Ho avuto qualche infortunio in più ultimamente rispetto ai primi 15 anni della mia carriera. Probabilmente questo deriva dall’età, ma il mio corpo mi “ascolta” ancora, ho ancora una fiamma ardente dentro e la voglia di raggiungere altri risultati importanti“.

Djokovic ricordiamo è a caccia del titolo n.100 in carriera. “Spero che il centesimo trofeo possa arrivare a Doha, in qualche modo lo inseguo da molto tempo. Grazie a Dio so che arriverà, vedremo quando e dove. Per quanto riguarda i tornei del Grande Slam, è una sfida più grande, un’impresa più difficile, ma credo di poter vincere ancora: se non credessi di poter competere a quel livello con i migliori tennisti del mondo, smetterei. Con la vittoria contro Alcaraz agli Australian Open penso di aver dimostrato di poter ancora competere per i trofei più importanti”.

Djokovic ha spiegato in quale fase della sua carriera si trova attualmente, dal punto di vista mentale e psicologico. “In questo momento sono, come dire, a metà tra il desiderio e il bisogno di godermi i risultati raggiunti e mi avvicino alle partite e ai tornei un po’ più rilassato rispetto a quello a cui ero abituato; ma dall’altro lato non abbandono la mentalità di vincere e pensare che solo alzare il trofeo è un successo, il resto no. In qualche modo mi sono abituato a questo, il che forse è un bel “problema” da avere in questa fase della mia vita e carriera… Diciamo che sono rimasto un po’ sorpreso da quante persone hanno visto il mio piazzamento in semifinale agli Australian Open come un successo: forse suona un po’ stupido dirlo, ma per me quando qualcuno dice ‘hai fatto la semifinale…’ considerando quello che ho ottenuto nella mia carriera, non è quello che mi rende felice, non mi accontento. Queste sono tutte le emozioni e i pensieri che mi attraversano la testa, ma ho ancora la passione e l’amore per lo sport e la competizione e sono grato per il sostegno che ricevo. Quelle persone e quel supporto mi incoraggiano a continuare a viaggiare e a competere, mi danno la motivazione per nuove vittorie”.

Novak così risponde alla domanda su dove trova la motivazione per andare avanti: “Per l’amore per il tennis e per lo sport. In secondo luogo, penso che attraverso il tennis cresco di più come persona, per quanto strano possa sembrare. Sul campo da tennis durante una partita provo un milione di emozioni, alcune delle più belle, altre terribili, e provo anche molti dubbi. È vortice di estasi, piacere, rabbia, tutto il resto… E in quelle occasioni, a volte mi imbarazzo anche per quello che sto passando e per come mi comporto… In ogni caso sono orgoglioso di poter affrontare tutto questo in modo umano e sportivo. Penso che questi siano i valori che lo sport trasmette e il motivo per cui le persone si identificano con gli atleti. Soprattutto negli sport individuali, dove devi prima battere te stesso per battere chi sta al di là della rete. Queste sono tutte le lezioni di vita che sto imparando e, in secondo luogo, sento davvero che con il mio gioco posso ispirare le generazioni più giovani a prendere in mano una racchetta, non solo nel nostro paese, ma anche nel mondo. Questo è ciò che mi motiva, mi dà davvero la forza”.

Marco Mazzoni


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/


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