Proprio con un gran cambio con il dritto lungolinea, sul rovescio di Federer, Coric ha ottenuto il break decisivo nella finale di Halle.
Il caso, tuttavia, gli ha nuovamente riservato un sorteggio duro a Wimbledon, come gli era già capitato nella stagione su terra. Coric affronterà Medvedev al primo turno e già sarà complicato fronteggiare le continue accelerazioni piatte del giovane russo. Si ritroverà, oltretutto, eventualmente ancora di fronte Roger Federer agli ottavi di finale, ma con la consapevolezza di averlo appena battuto su erba e di averci giocato alla pari anche a Indian Wells. Dopo la brutta sconfitta contro Schwartzman al Roland Garros, Wimbledon sarà un nuovo banco di prova per la maturità di Coric che da mesi ormai si esprime come un top 10, senza tuttavia mettere in fila i risultati necessari per diventarlo effettivamente.
6. Rafael Nadal
La transizione di Nadal dal dominio sulla terra al passaggio alla stagione su erba è il tema ricorrente di questo periodo dell’anno. Lo spagnolo recentemente aveva detto di non essere sicuro di andare a giocare a Wimbledon perché «il passaggio dalla terra all’erba diventa sempre più difficile ogni anno per me a livello fisico. Quest’anno oltretutto ho iniziato a giocare sulla terra venendo da un infortunio», quello rimediato nei quarti di finale all’Australian Open contro Cilic che lo ha tenuto fuori praticamente per tre mesi.
Nadal ha rinunciato al Queen’s a cui si era iscritto, ma per prepararsi a Wimbledon ha giocato un’esibizione ad Hurlingham contro Matthew Ebden, che in precedenza ha messo in difficoltà Federer ad Halle. In questa sfida, contro un giocatore che non disdegna il serve and volley, Nadal ha messo in mostra tutti i suoi recenti aggiustamenti che potrebbero renderlo competitivo anche su erba: appena possibile cerca di accelerare in lungolinea con entrambi i fondamentali, senza caricare il dritto, mentre già sul finale della scorsa stagione aveva lavorato molto sulla risposta in anticipo vicino al campo, che gli riesce nettamente meglio di rovescio. Anche contro Ebden, infatti, Nadal ha giocato molte più risposte efficaci passando l’australiano a rete con il rovescio piuttosto che con il dritto, con il quale ha steccato molte più palle sul servizio proprio di Ebden.
Sfruttare la maggiore debolezza della risposta in anticipo di dritto di Nadal potrebbe essere un’arma importante per il servizio mancino di Mischa Zverev, grande interprete del serve and volley (così come lo era Gilles Müller che lo scorso anno batté Nadal proprio a Wimbledon) che potrebbe affrontare lo spagnolo al terzo turno. Nadal non dovrebbe avere problemi contro Dudi Sela al primo turno, mentre più insidiosa si rivelerà la seconda partita contro Kukushkin o, soprattutto, Vasek Pospisil, gran bombardiere. Per lo spagnolo a Wimbledon le difficoltà iniziano subito e, anzi, l’erba più vergine dei primi giorni gli complicherà gli spostamenti laterali. Ma se dovesse uscire vincitore dalle possibili trappole di Pospisil e Mischa Zverev, Nadal entrerà senza dubbio tra l’elenco dei favoriti per provare a ripetere la doppietta Roland Garros-Wimbledon, che gli manca ormai dal 2010.
5. Juan Martin Del Potro
Insieme a Borna Coric e Hyeon Chung, Juan Martin Del Potro è forse il giocatore che ha alzato di più il proprio livello di gioco rispetto allo scorso anno, per lo meno tra quelli delle fasce medio-alte. I miglioramenti più evidenti di Del Potro hanno riguardato il rovescio: l’argentino è riuscito a trovare un compromesso nell’utilizzo di braccia e spalle che gli consente di giocare molti più rovesci in top in anticipo, senza usare il polso sinistro dolorante, anziché andare in back come faceva costantemente dal 2016 (da Indian Wells 2017 a Indian Wells 2018 Del Potro ha diminuito del 13% la percentuale di rovesci giocati in back). È riuscito anche a sbloccare un colpo che gli mancava anche negli anni d’oro, il rovescio lungolinea, approfittando del maggior anticipo che deve avere ora sulla palla.
Del Potro in genere preferisce superfici dure non troppo veloci (non stupiscono le sconfitte contro Bautista Agut ad Auckland e Berdych all’Australian Open) ma la sua competitività generale, mostrata anche sulla terra, a Roma e al Roland Garros in particolare, lo renderà pericoloso a Wimbledon anche in virtù dei miglioramenti appena citati, oltre che per un maturato e sapiente utilizzo del rovescio tagliato e una migliore posizione a rete studiata con il suo coach Sebastian Prieto, ex ottimo doppista. I primi turni contro Gojowczyk e forse Feliciano Lopez saranno impegnativi ma non proibitivi, mentre al terzo turno Del Potro è atteso da un match duro contro Paire, Shapovalov o Chardy nel quale in ogni caso partirebbe favorito contro tutti e tre. Più abbordabili gli ottavi di finale, mentre Nadal ai quarti sull’erba sarà un avversario tosto ma decisamente più giocabile rispetto all’esecuzione capitale avvenuta in semifinale al Roland Garros. Molti avversari pericolosi, su tutti Federer e Cilic, sono dall’altra parte del tabellone e per Del Potro nulla è precluso, nemmeno la prima storica vittoria in carriera a Wimbledon.
4. Milos Raonic
Dopo una serie interminabile di infortuni, Raonic attendeva con ansia l’arrivo della stagione su erba 2018. Alla fine è riuscito ad avere un problema fisico anche al Queen’s, alla spalla destra, anche se dalle indiscrezioni il suo ritiro prima di scendere in campo contro Feliciano Lopez sembrerebbe precauzionale e non preoccupante in vista di Wimbledon. In precedenza, tuttavia, Raonic ha perso in finale a Stoccarda contro Federer mostrando un ottimo livello di gioco, che già a Miami a marzo lo aveva posto in netta crescita rispetto all’inizio di stagione in cui sembrava appesantito e non riusciva più a seguire i servizi a rete, la sua chiave di volta del salto di qualità nel 2016.