È intenzione della FIA riportare in Formula 1 gomme ad alto degrado, sulla falsa riga di ciò che si era già visto nel triennio 2011-2013. Un bando inviato ai potenziali fornitori nel prossimo futuro della massima categoria (2020-2023) chiede appunto mescole più morbide che degradano in modo pronunciato. Entrando nei dettagli, il compound più soffice dovrà portare i piloti ad andare fino a due secondi più lenti dopo appena il 10% della distanza di gara.
Ripercorrendo la storia recente degli pneumatici in Formula 1, Pirelli è fornitore unico dal 2011. Al suo ritorno nello sport era stato chiesto alla casa milanese di produrre gomme aggressive e molto degradanti. Prendendo come riferimento il Gran Premio di Spagna, nel 2011, 2012 e 2013 si verificarono rispettivamente 77, 67 e 79 soste ai box. Da ciò scaturirono non poche polemiche e malcontenti, con alcuni piloti e team che rivendicavano il diritto di gareggiare senza l’impellente obbligo di gestire le coperture.
Da metà del 2013 in avanti, le mescole si sono progressivamente indurite. La rivoluzione regolamentare del 2017 ha poi visto nascere le monoposto più performanti e con il maggior carico aerodinamico di sempre. Questo aspetto ha aumentato la mole di lavoro imposto alle gomme e, di conseguenza, Pirelli ha preferito adottare un approccio conservativo. Il tutto sommato al lavoro svolto dai team nella comprensione e nell’ottimizzazione delle varie mescole in ottica gara, ha visto le strategie essere pianificate molto spesso su un’unica sosta. Prendendo di nuovo a campione il Gran Premio di Spagna, quest’anno si sono verificati 21 pit-stop.
Si può certamente dibattere su quale direzione sia la più desiderabile per gli spettatori, categoria che Liberty Media vuole riportare protagonista, facendo della Formula 1 un grande show. Da una parte, dei compound che permettano a team e piloti di gareggiare senza il cruccio della gestione; dall’altra, gomme dal degrado verticale che aumentano l’imprevedibilità e che vivacizzano le strategie.
Interpellato in merito alle nuove richieste della FIA, è stato lo stesso Mario Isola, responsabile del settore Motorsport di Pirelli, a paragonare i nuovi target di degrado proposti a quelli già visti a cavallo del periodo 2011-2013: “Stiamo analizzando i livelli di degrado, possiamo dire che sono piuttosto elevati. Prima di rispondere stiamo facendo delle simulazioni per capire cosa possiamo ottenere con questi numeri. Probabilmente non sono lontani dal 2011 o 2012. Stiamo facendo dei confronti per capire”.
Isola ha voluto specificare che, nonostante il tasso di degrado indicato dalla FIA possa essere raggiunto, i team sapranno ben gestire questo fenomeno, chiedendo ai loro piloti di amministrare il passo in gara e lavorando alacremente per utilizzare al meglio anche coperture dal degrado più marcato: “Il degrado puro [è una cosa], diverso è quello durante la gara. Proprio in gara, i team hanno tutto l’interesse di gestire il degrado e ridurlo senza però sacrificare troppo il passo al fine di ottenere il miglior risultato possibile. Sono in competizione, quindi devono farlo”.